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Il segmento testuale Gli Stati Uniti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 268Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 593

Brano: [...]Eritrea (non considerando più possibile una minaccia militare italiana dopo l’esperienza della seconda guerra mondiale) a un rafforzamento del colonialismo inglese, concorrente reale e temibile al ruolo di potenza mediterranea della Francia. L’Unione Sovietica, dal canto suo, aveva proposto che le colonie italiane venissero affidate alla tutela di due nazioni: una doveva essere l'Italia, l'altra una potenza alleata, diversa per ciascuna colonia. Gli Stati Uniti, infine, erano per il passaggio delle colonie sotto un protettorato deH’ONU. La Conferenza dei Quattro si concluse, sul piano delle decisioni concrete, con un nulla di fatto.

Le rivendicazioni dei governi italiani succedutisi dopo la Liberazione e fino al 1947 possono così riassumersi: bisognava distinguere tra !’« Impero » creato dal fascismo per la sua artificiosa politica di prestigio (vale a dire l’Etiopia) e le vecchie colonie italiane, anteriori al regime fascista, che facevano parte integrante dell'Italia, indispensabili alla sua vita economica, e nelle quali il popolo italiano avev[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 725

Brano: [...]itta dei cubani. Ma subito la guerriglia riprese nella provincia d’Oriente per trasformarsi in insurrezione popolare sedici anni dopo, quando da Nuova York José Marti, il grande leader nazionalista morto in combattimento, che ispirerà anche la rivoluzione castrista, diede l’ordine della rivolta popolare (28.1.1895).

La lotta contro gli spagnoli si concluse l’1.1.1899 con il riconoscimento deH’indipendenza cubana. Fu una indipendenza fittizia. Gli Stati Uniti,



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 242

Brano: [...]offensiva, quantunque non vi fosse stata nessuna dichiarazione di guerra.

Il 9 ottobre, applicando l’articolo 16 del patto unitario, l'assemblea ginevrina della Società delle Nazioni decretò quasi aH’unanimità le sanzioni economiche contro l’Italia. La decisione ebbe più che altro effetto propagandistico, per soddisfare l’opinione pubblica democratica, ma non pesò in misura determinante sull’economia italiana né sullo sforzo bellico fascista. Gli Stati Uniti, la Germania e il Brasile, pur essendo membri della Società delle Nazioni, rifiutarono inoltre di applicare la decisione. La stessa Inghilterra, promotrice dell’iniziativa, continuò con vari sotterfugi a rifornire l’Italia di materiali strategici, compresi i motori degli aerei che avrebbero poi bombardato l’Etiopia.

Il regime fascista potè da parte sua sfruttare la decisione di Ginevra per imporre al paese un’economia autarchica, portatrice di cospicui profitti all’industria monopolistica nazionale (v. Autarchia). Facendo leva sulla retorica del patriottismo, fu chiesto a tutti gli italian[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 114

Brano: [...]o di profughi non accettati, era nel porto palestinese di Haifa e, per impedirne la partenza, alcuni sionisti pensarono di sabotarlo: la nave affondò e 252 ebrei perdettero la vita nel naufragio. Anche lo « Struma », partito da un porto del Mar Nero, venne fermato dagli inglesi ai Dardanelli nel febbraio 1942 e rimandato indietro: come l’altra nave, anche questa affondò ed ebbe 700 morti.

Nel 1942 venne promossa una grande campagna sionista negli Stati Uniti, dove David Ben Gurion (un ebreo polacco sionista che si trovava in Palestina dal 1900) si era recato per sollecitare appoggi al « programma Biltmore », per il riconoscimento di uno Stato ebraico e di un esercito ebraico. Mozioni a favore dei sionisti furono approvate nel Congresso e nel Senato degli U.S.A.

Nel 1943 i sionisti militanti della Palestina sottrassero all’esercito inglese molte armi. Altre armi vennero fornite alle organizzazioni terro

ristiche clandestine ebraiche da circa 3.500 ebrei disertori dell'esercito polacco che si trovava allora in addestramento in Egitto. A parti[...]

[...] (in ebraico: «difesa»), le cui origini risalivano alle prime squadre antiarabi costituite nel 1917.

Immediato dopoguerra Al termine della seconda guerra mondiale il governo laburista salito al potere in Inghilterra cambiò la tradizionale politica filosionista del partito per non inimicarsi troppo gli arabi e, negli anni della guerra fredda, sollecitò l'aiuto americano per imporre una soluzione che fosse accettabile anche al mondo arabo. Ma negli Stati Uniti (dove intanto si mirava a escludere del tutto la Gran Bretagna dal Medio Oriente) predominavano le tesi sioniste. Dopo due anni di azioni terroristiche in Palestina, alimentate tanto dai sionisti che dagli arabi, nel febbraio 1947 la Gran Bretagna decise di sottoporre la questione alle Nazioni Unite.

Intanto, nel terrore scatenato dagli ebrei ebbe inizio l’esodo degli arabi profughi. Il 9.4.1947 il massacro, da parte di terroristi ebrei, di 250 contadini tra cui donne e bambini a Dair Yasin, determinò la fuga in massa degli arabi da tutta la fascia costiera. Nel novembre 1947, una risoluzi[...]

[...]raiche presero le città di Haifa, Jaffa, Tiberiade, Safad e cominciò l’esodo in massa della popolazione araba da tutti i territori sotto controllo ebraico. Mentre le forze della Lega araba si preparavano a intervenire, il 14.5.1948 il Consiglio nazionale ebraico e il Consiglio generale sionista, a Tel Aviv, proclamarono lo Stato di Israele. Ben Gurion fu designato primo ministro e Chaim Weizmann fu eletto presidente dal Consiglio provvisorio.

Gli Stati Uniti riconobbero subito de facto il nuovo governo, mentre l’U.R.S.S. fu la prima ad accordargli un riconoscimento di diritto (17 maggio).



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 210

Brano: [...]rò ad Amsterdam, dove si spense qualche mese dopo.

Nei suoi scritti difese Trotzkil, Bucharln e tutte le vittime del processi dell’epoca di Stalin.

Delle sue numerose opere, tra le più Importanti si ricordano: Commenti al programma di Erfurt (1892); Il Parlamentarismo (1893); La questione agraria (1899); Bernstein e il programma socialista (1899); La rivoluzione sociale (1902); La via del potere (1908); L'Internazionale e la guerra (1915); Gli Stati Uniti d’Europa (1916); La dittatura del proletariato (1918); Le origini della guerra mondiale (1919); Terrorismo e comuniSmo

(1922); Parlamentarismo e democrazia (1922); La rivoluzione proletaria e il suo programma

(1923); La concezione del materialismo storico (1927).

Sul fascismo italiano

È di un certo interesse una lettera inviata da Kautsky a Filippo Turati nel maggio 1927: « Pare a me che, per il momento, la lotta più efficace contro li fascismo non può essere condotta che dalla emigrazione. Da sola, naturalmente, non basterà a rovesciarlo: questa non può essere che opera dell'Ital[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 341

Brano: [...]uerra mondiale la Lettonia ha subito pro

fonde trasformazioni. Dal 1940 al 1966 la popolazione dei centri urbani è passata dal 35,1% del totale al 62,5%. La produzione industriale è aumentata rispetto all’anteguerra di 20 volte e quella agricola, nonostante che la popolazione rurale si sia ridotta di un terzo, è pure aumentata del 20%.

La posizione geografica e tradizioni ormai secolari legano le sorti della Lettonia a quelle della Russia. Gli Stati Uniti d’America non hanno tuttavia ancora ufficialmente riconosciuto il nuovo status della Lettonia e continuano a riconoscere il vecchio regime fascista, quel

lo del 1939.

Levato, Giuditta

N. nel 1925 a Calabricata (Catanzaro), ivi uccisa il 28.11.1946; contadina. Giovane attivista sindacale, madre di due figli, aveva personalmente organizzato una cooperativa agricola e svolto le pratiche necessarie per l’assegnazione a questa di un’area coltivabile, in base ai decreti di Fausto Gullo (v.) sulle terre incolte. Poiché, analogamente ad altre leggi conquistate dalla Resistenza, anche questa [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 34

Brano: [...]45 potesse aprire la via a una coesistenza internazionale basata sul rispetto dell’indìpendenza e dello sviluppo economico di tutti i paesi.

In effetti, l’Unione Sovietica si

preoccupò in primo luogo di consolidare la sua occupazione dell’Europa orientale, vista come baluardo difensivo indispensabile contro nuove aggressioni, imponendo con la forza militare regimi comunisti anche dove non esisteva alcuna condizione per il loro successo.

Gli Stati Uniti, da parte loro, forti della loro schiacciante superiorità economica, imposero la loro egemonia all’Europa occidentale, in primo luogo attraverso la concessione di forniture e finanziamenti, essenziali per salvaguardare gli assetti sociali costituiti e permettere il rilancio capitalistico delle economie nazionali (aiuti U.N.R.R.A. 194447, ma soprattutto il cosiddetto Piano Marshall (v.) 194852). Contemporaneamente gli Stati Uniti tentavano con la « dottrina Truman » (enunciata dal presidente americano Truman nel marzo 1947) di dare una giustificazione ideologica alla loro leadership sempre più evidente, presentandosi come campioni del « mondo libero » contro il totalitarismo sovietico.

La guerra fredda anticomunista che andava rapidamente maturando aveva però bisogno di strumenti politici più efficaci e articolati per la lotta contro l’Unione Sovietica e le forze comuniste e democratiche dei singoli paesi. Il 17.3.1948 ebbe perciò vita, con il Trattato di Bruxelles, l’Unione dell’Europa occidentale (U.E.O.), un org[...]

[...]scopo ufficiale di resistere a un'eventuale aggressione sovietica e quello reale di coordinare la lotta contro il blocco sovietico e contro le forze di sinistra dei singoli paesi.

Nel 1952 furono ammesse alla N.A.T.O. Grecia e Turchia (la Spagna continuò a restare esclusa perché la dittatura franchista contrastava troppo apertamente con la propaganda democratica dell'alleanza, ma fu integrata nel dispositivo militare da accordi bilaterali con gli Stati Uniti); nel 1955 fu ammessa la Germania Occidentale, che ricevette così l'avallo per il

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 383

Brano: [...]utti i paesi, riservando agli U.S.A. il diritto di intervento solo nel caso che questa neutralità « sia in pericolo ».

J.R.R.

Panamericanismo

Con il termine panamericanismo, che ufficialmente risale alla convocazione della prima Conferenza di tutti i paesi del continente americano, svoltasi a Washington nel 1889, si intende il sistema di rapporti istituzionali e politici sorti fra i vari paesi latinoamericani, e soprattutto fra questi e gli Stati Uniti. Ma il concetto può essere fatto risalire all’epoca delle guerre di indipendenza contro la dominazione spagnola e a Simòn Bolivar, uno dei principali artefici della indipendenza latinoamericana, che concepì il progetto dell’unione politica continentale nel corso della lotta anticoloniale.

Vista l’impossibilità di realizzare l’unità politica delle repubbliche ispanoamericane in altri modi, Bolivar e gli altri capi del movimento indipendentista avevano tentato di istituire un organismo di cooperazione tra gli Stati sorti dalle rovine dell'impero coloniale, anche in funzione difensiva nei con[...]

[...]'impero coloniale, anche in funzione difensiva nei confronti delle tendenze di rivincita spagnola. Perciò nel 1826 si era tenuta nell’istmo di Panamà una Conferenza panamericana per discutere le proposte bolivariane, ma i progetti unitari erano falliti, soprattutto a causa delle pressioni nordamericane e degli orientamenti protezionisti di importanti settori delle classi dominanti latinoamericane.

Nel 1823 era stata enunciata dal presidente degli Stati Uniti la cosiddetta dottrina Monroe (v. Isolazionismo), primo riferimento della politica estera nordamericana nei confronti deH’America Latina, in quanto affermava che ogni intervento di potenze europee nei paesi americani per controllarli e dominarli sarebbe stato considerato un

atto di ostilità contro gli Stati Uniti. L’opposizione nordamericana alla politica d’unità continentale, emersa durante la Conferenza di Panamà del 1826, dimostrò però che la dottrina Monroe era da considerarsi l’enunciazione unilaterale della politica nordamericana in funzione antieuropea e non certo una politica di solidarietà continentale.

Un panamericanista progressista del '900 affermerà: « D’ora in avanti le questioni che riguardano la sicurezza, la libertà e la pace nel continente americano saranno concepite in due opposti modi: da una parte il panamericanismo di Jefferson, Monroe, Clay, precursori del sistema di subordin[...]

[...] panamericanismo di Jefferson, Monroe, Clay, precursori del sistema di subordinazione latinoamericano; dall'altra il latinoamericanismo di Bolivar, San Martin e Morelos, esponenti a loro volta delle lotte dei nostri popoli per la piena indipendenza ».

L \imperialismo nordamericano

La già citata Conferenza di Washington nel 1889 costituì quindi il primo passo formale verso la istituzionalizzazione di una politica di penetrazione economica degli Stati Uniti neN’America Latina, politica che aveva lo scopo di soppiantare l’Europa e soprattutto la Gran Bretagna negli scambi con l’America meridionale. Il panamericanismo divenne in tal modo la forma ideologica e politica assunta da un processo di portata storica: la nascita dell’imperialismo nordamericano. A partire dal 1889 gli Stati Uniti cercarono infatti di evitare che si tenessero nuovi congressi interamericani, per non offrire agli altri paesi l’occasione e la sede per stabilire una linea comune contro la politica aggressiva portata avanti dal loro governo.

Il primo intervento militare degli U.S.A. in questo quadro politico si ebbe nel 1898, durante la guerra d’indipendenza cubana contro la Spagna. Gli Stati Uniti dichiararono di intervenire « a favore » dei cubani, ma in realtà il positivo esito del conflitto assicurò loro il possesso delle Filippine, di Guam, di Porto Rico e infine il controllo su Cuba, nella cui costituzione la dipendenza dagli U.S.A. venne sancita dal cosiddetto « emendamento Platt » che legalizzava il diritto di intervento militare nordamericano in America Latina. Questo successo convinse i governanti nordamericani a ricorrere sempre più largamente agli sbarchi dei marines per assicurarsi il controllo dell’intero continente.

Le successive conferenze panarne



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 323

Brano: [...]a borghesia in ascesa e oligarchia, tanto che nella seconda metà dell’Ottocento si ebbero ben quarantasette colpi di stato.

Imperialismo e dittatura militare

I capitali stranieri giunsero in Salvador attraverso concessioni a compagnie ferroviarie (la britannica The Salvador Railways Company, poi la statunitense International Railway of Central America appartenente alla United Fruits), concessioni tuttora in vigore perché scadenti nel 2009. Gli Stati Uniti divennero i maggiori importatori di caffè e poterono controllarne il prezzo. I proprietari

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 55

Brano: [...]Uruguay e per ora. in Argentina, dove il colpo di stato del generale Juan Carlos Ongania, effettuato il 27.6.1966, ha determinato nuove condizioni di lotta, il movimento segue una linea strategica basata sulla lotta pacifica, ma sempre rivolta alla liberazione del paese.

Il movimento di liberazione Le ragioni dell’esistenza di un mo

vimento di liberazione in un continente già indipendente sono da ricercarsi nella dominazione imperialista degli Stati Uniti, esercitata in forme diverse da quelle del colonialismo tradizionale, ma non per questo meno pesante. Gli Stati Uniti esercitano il controllo pressoché totale dell’economia sudamericana, ne monopolizzano lo sfruttamento delle materie prime minerarie e agricole, ne dominano il mercato e la produzione di beni di consumo. Il risultato della presenza statunitense è la dipendenza di ogni paese da un sistema economico monocolturale (nel Brasile il caffè, in Bolivia lo stagno, in Cile il rame, in Costarica le banane, ecc.) ; la sopravvivenza di strutture sociali arcaiche e sèmifeudali, e di una condizione generale di sottosviluppo economico. Su circa 150 milioni di abitanti del Sudamerica, circa 100 milioni vivono [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Gli Stati Uniti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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